festa2face
Nell’ultimo ventennio, gli strumenti di indagine accreditati nel capo della storia dell’arte (ricerca storica e documentaria, analisi formale e, last but not least, la sensibilità estetica – l’”occhio”, come si suol dire – del conoscitore) sono stati di frequente affiancati da altre metodiche, di tipo tecnologico, sempre più sofisticate e, proprio per questo, sempre più utili. Prendendo le mosse, a partire dalla metà circa del secolo scorso, da una funzione eminentemente dedicata alla conservazione e al restauro, le scienze tecnologiche sempre più si stanno affermando, anche come strumenti interpretativi, sia per quanto riguarda la datazione delle opere d’arte (misurazione del Carbonio 14, termoluminescenza, dendrocronologia, per non citare le metodiche più diffuse, a cui si sono aggiunte più di recente realtà virtuale, realtà aumentata e sperimentazioni di restauro virtuale) sia per quanto riguarda l’analisi e la definizione dello specifico stilistico.
Lo strumento scientifico qui presentato, il metodo festa2face®, messo a punto da Felice Festa, Ordinario di Ortognatodonzia e Gnatologia dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, costituisce, a mio avviso, un nuovo punto di arrivo di indubbia validità e di grande interesse metodologico, i cui aspetti e la cui messa a punto ho avuto modo di seguire durante la strutturazione e verifica sulla tavola raffigurante Leonardo da Vinci, da poco portata all’attenzione degli studi, che convenzionalmente già viene definito Ritratto Lucano.
Il metodo festa2face® rappresenta, nel contesto della tecnologia applicata all’indagine storico-artistica, quella che potremmo definire una “sintesi scientifico-umanistica”, destinata, io credo, a fare da ponte fra questi due domini della ricerca apparentemente lontani, ma invece notevolmente complementari. Il metodo festa2face® consente infatti di analizzare con estrema precisione le fasi della costruzione del volto dei personaggi raffigurati, partendo dalle intenzioni iniziali della Kunstwollen dell’artista.
È importante sottolineare che la dettagliata ricostruzione del disegno anatomico del viso e delle fasi di sovrapposizione degli strati della pellicola pittorica, con l’evidenziazione sul colore delle strutture anatomiche, dalle ossa ai muscoli fino ai capelli o alla barba, diventa sistema sinergico di analisi della tecnica artistica e del linguaggio esecutivo dello “stile” di un artista. Nel caso specifico del Ritratto Lucano ritengo di dover sottolineare preliminarmente alcuni punti di notevole rilevanza:
A) Si è riusciti per la prima volta a confrontare con precisione le misure antropometriche di otto ritratti coevi attribuiti a Leonardo da Vinci. Di questi otto, sorprendentemente, ben quattro hanno misure verticali sovrapponibili con la tecnica della calibrazione; di questi quattro, inoltre, il Ritratto Lucano è stato quello più dettagliatamente ricostruito nei suoi aspetti tridimensionali.
B) Il disegno preparatorio del Ritratto Lucano presenta misure geometriche strutturali della faccia e in particolare dell’occhio, descritto con ben 11 punti anatomici, ripresi da misure su cadavere e su vivente, sovrapponibili a quelle utilizzate da Leonardo da Vinci in alcuni disegni anatomici del viso; sul Ritratto Lucano è inoltre presente l’impronta di alcuni muscoli facciali.
C) Le misure dell’occhio destro del Ritratto Lucano appaiono sovrapponibili, dopo calibrazione, al volto della Vergine delle Rocce e a quello del S. Giovanni.
Questi dati, unitamente ad altre indagini sui materiali che verranno presto rese note dell’équipe di ricerca dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, che da tempo svolge ricerche sul dipinto, rendono percorribile l’ipotesi di lavoro, ancora da verificare nella sua completezza, che si possa trovare di fronte ad autoritratto del genio di Vinci.
Prof. Alessandro Tomei